I misteri della luce: Rifrazione

Bonjour ragazzi,

oggi voglio raccontarvi una scoperta in cui mi sono imbattuto mentre mi trovavo a Versailles. Ero andato a vedere un quadro in particolare, intitolato “Chat Angora Blanc” di Jean-Jacques Bachelier, che ritrae Madame Brillant, che secondo il mio albero genealogico è una mia illustre antenata. Qui potete vedere il quadro a cui mi riferisco e la grande somiglianza che c’è tra noi.

Chat Angora Blanc Jean-Jacques Bachelier, commons.wikimedia.org

Ero andato a visitare i luoghi in cui la mia antenata viveva e sono rimasto colpito dalla luce dei lampadari della sala degli specchi: la luce si scomponeva in tanti raggi di diversi colori e mentre questo pensiero mi girava in testa, io uscii per ammirare il giardino. Per poco, immerso nei miei pensieri, non finii per immergermi anche nella fontana Latona, dove vi scorsi sorpreso un’arcobaleno in mezzo alle goccioline d’acqua degli spruzzi della fontana. Tornato a casa, ho deciso di riprendere gli studi sull’ottica, argomento di cui sono molto appassionato e di scrivere questo articolo, primo di una lunga serie dedicata alla luce e ai sui misteri.

Qui vediamo descritto il passaggio del raggio luminoso dal materiale 1 al materiale 2.

Poiché i materiali hanno proprietà ottiche diverse, si avrà una variazione dell’angolo del raggio luminoso.

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Dove:

  • n1 è il coefficiente di rifrazione del mezzo 1
  • n2 è il coefficiente di rifrazione del mezzo 2
  • v1=c/n1, velocità della luce nel mezzo 1
  • v2=c/n2, velocità della luce nel mezzo 2
  • c la velocità della luce nel vuoto
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La “medusa immortale”

Miao (ops…ciao!) a tutti, intrepidi esploratori!

Sono sicuro che tutti conosciate le meduse, ma scommetterei un baffo che ci sia qualcuno tra voi che ancora non ha sentito parlare della “medusa immortale”.

Bene: sapete che a me non piace lasciare nessuno indietro, quindi permettetemi di introdurre brevemente l’argomento, dandovi qualche informazione riguardo a cosa sia scientificamente una medusa. Mi scuso fin da ora se userò termini che potrebbero sembrare di difficile comprensione, ma riguardano nomi scientifici che non possono essere omessi nella descrizione. Qualora necessitiate di maggiori informazioni, potrete documentarvi sull’enciclopedia, su qualsiasi altro libro o sito internet desideriate.

Le meduse appartengono al phylum (definizione usata per la classificazione degli esseri viventi che indica generalmente il tipo a cui appartiene un animale) degli Cnidari. Gli Cnidari, conosciuti anche come Celenterati, sono animali che possiedono una simmetria raggiata e vivono in acqua. È interessante sapere che il termine “Cnidari” deriva dal termine greco knídē, che letteralmente significa ‘ortica’, appellativo che coglie in pieno una delle caratteristiche più conosciute di questi esseri viventi, ovvero il fatto di essere altamente urticanti.

Una medusa si sviluppa a partire da un polipo, che vive in colonie ancorate sul fondale marino. Raggiunta la maturità, da esso si possono generare sia altri polipi, che meduse. In dettaglio:

–  attraverso un processo definito come gemmazione, il polipo genera altri polipi. Generalmente, essi restano uniti al polipo che li ha dati alla luce e aumentano la dimensioe della colonia sul fondale marino. Tuttavia, in alcuni casi i polipi possono staccarsi dal fondo e vivere una vita indipendente;

–  particolari polipi, detti gonofori, hanno la capacità di generare meduse, le quali a loro volta tramite riproduzione possono concepire altri polipi.

Ecco di seguito un mio disegno che schematizza questo particolare ciclo vitale.

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Novità – Zampeggio

Ciao ragazzi!

Da oggi c’è una bella novità: ogni articolo proposto su AstroArtù.studio sarà accompagnato da un’indicazione della difficoltà degli argomenti trattati, in modo che ognuno possa conoscere indicativamente il livello di complessità di ciò che sta per leggere. 

Va da sé che argomenti con una difficoltà elevata richiedano una maggiore quantità di conoscenze pregresse per poter essere compresi a fondo, ma questo non significa che possano essere letti solo da pochi: ci impegneremo sempre ad illustrare i concetti nella maniera più comprensibile, in modo che possano essere avvicinati dal più vasto gruppo di lettori possibile.  

Se volete un consiglio, personalmente credo che la difficoltà non debba pregiudicare la curiosità: se vi interessa, leggetelo! Non importa quanto a fondo riuscite a comprendere quanto è scritto, l’importante è che abbiate imparato che esiste qualcosa che prima non conoscevate.

Ma come definire il grado di difficoltà in maniera “gattosa”? Niente di più semplice! Ed ecco che dalla parola punteggio non poteva che nascere “ZAMP-EGGIO”!

Come intuibile, lo zampeggio è un indicatore che associa il grado di complessità ad un numero di zampe. Si parte da 1 zampa (livello facile, colore verde) per arrivare a 5 zampe (livello molto-molto difficile, colore viola).

Solo per una maggiore chiarezza, inserisco i possibili zampeggi:

Sono sicuro che questo renderà migliore la vostra esperienza di lettura e le vostre nuove scoperte su AstroArtù, ci metto la zampa!

A presto!