Il lago ghiacciato

Salve a tutti, ragazzi!

Qualche tempo fa, mi è giunta la notizia della possibilità che, in tempi remoti, un’antica specie di tonnetto potesse essersi spinta fino a latitudini polari. Ovviamente, data l’astrusità di tutto ciò, ho voluto verificare di persona e sono partito. 

Non è stata di certo una spedizione facile e, come prevedibile, nessuna traccia di primitivi tonnetti fossili ghiacciati… stavo anche per rischiare seriamente di non riuscire a procurarmi i viveri per il viaggio di ritorno, se non fosse stato per la fisica, che ancora una volta mi ha tirato fuori dai guai e mi ha permesso di rimanere incolume. 

Sulla via del rientro, stavo navigando su un fiume non ancora completamente ghiacciato, quando la mia barca si è imbattuta in rapide minacciose ed è precipitata giù per una cascata. Ho perso tutti i viveri, gli strumenti, gli appunti… ma non temete, la mia memoria è di ferro! Purtroppo non posso dire lo stesso del mio stomaco, di qualcosa si deve pur vivere, che diamine! E la sola scienza, si sa, sazia solo la mente.

Ho vagato molto nella vana ricerca di qualcosa di commestibile, ma – ahimè!– a quelle latitudini, così vicine al circolo polare artico, il cibo non abbonda di certo e si cammina per sentieri impervi. Il freddo mi aveva devastato le zampe, ma sapevo di dover continuare a tutti i costi: da quello che mi ricordavo di aver visto sulla mappa, non molto lontano dal fiume da cui ero scampato per il rotto della cuffia avrebbe dovuto esserci un lago. E lago significava pesce, dovevo crederci e procedere a tutti i costi. Ormai, questa speranza era la sola forza che muoveva le mie zampe. Una volta riprese le forze e procuratemi della provviste, avrei persino potuto raggiungere qualche centro abitato e tornare alla civiltà.

Dovetti ancora accendere qualche fuoco prima di scorgere tra le conifere il tanto agognato specchio d’acqua, la fame mi aveva stremato. Pensate, dunque, che rabbia quando scoprii che il lago era ghiacciato, completamente! Ovvio, direte voi, a quelle latitudini che ti aspettavi di trovare? Certo… lo sapevo benissimo, ma parte di me si aspettava un colpo di fortuna… 

Solitamente, al centro  il ghiaccio è meno spesso e avrei potuto avere una possibilità di inciderlo con le unghie per ricavare un piccolo foro per acciuffare qualche pesce. Tuttavia, se avessi camminato su quella superficie dura e gelata, il danno alle zampe sarebbe stato peggiore rispetto a quello provocatomi fino a quel momento dalla neve fresca, perché si aggiungeva il rischio di incollarmi i cuscinetti al ghiaccio stesso.

Ispezionai la riva, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi e all’improvviso la scorsi. No, non era un miraggio: era proprio una slitta di legno a circa 1.5 m/ 2 m dalla riva. Se fossi riuscito a fare un bel balzo, probabilmente avrei potuto arrivare verso il centro del lago, aiutato anche dalla spinta che avrei impresso alla slitta atterrandovi dopo il salto. 

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